La deambulazione negli anziani

In tutti gli individui, la capacità di spostamento è fondamentale per mantenere l’autonomia. In particolare, le manovre di trasferimento dell’anziano possono costituire un problema che spesso assume importanza clinica, per il personale di assistenza (medico, infermiere, terapista) e per l’anziano stesso.

La deambulazione, intesa come capacità funzionale, viene acquisita e sviluppata dall’individuo nei primi anni di vita: assume gradualmente caratteristiche automatico/riflesse, che migliorano e ottimizzano la capacità di spostamento nello spazio.

Con il passare degli anni, avvengono lente modificazioni a livello di controllo ed esecuzione del movimento, per cui il massimo delle prestazioni motorie si esprime intorno ai venti/trent’anni. A livello funzionale, l’esperienza può supplire per molto tempo all’inevitabile decadimento.

Dopo i 65/70 anni, il cammino può assumere “fisiologicamente” delle caratteristiche di alterata o ridotta funzionalità, divenendo responsabile di circa il 50% delle cadute. Circa un terzo degli anziani è a rischio di cadute; dopo gli 80 anni, uno su due.

Per disturbi della deambulazione si intendono dunque un rallentamento della velocità di marcia oppure una riduzione della fluidità, della simmetria o della sincronia dei movimenti corporei.

La velocità di marcia rimane stabile fin verso i 70 anni, poi si riduce progressivamente, di un valore pari al 15% ogni decennio per la marcia normale e di circa il 20% ogni decennio per la marcia massimale. 

Inoltre, l’anziano tende a camminare con passi più corti e a base leggermente allargata. Aumenta anche la durata della fase di appoggio monopodalico (ossia su un piede) e quella di doppio appoggio (sui due piedi); si riduce l’ampiezza dei movimenti articolari, specie a livello dell’anca. Gli anziani che temono di cadere aumentano il tempo di stazione su due piedi.

Per quanto riguarda la postura, gli anziani “sani” tendono a camminare molto eretti, con una tendenza ad accentuare la lordosi lombare (fisiologica curvatura della colonna vertebrale nel tratto lombare). Spesso si può associare una contrattura (accorciamento) dei muscoli flessori dell’anca e un aumento della rotazione esterna dei piedi

Spesso, nei soggetti in età avanzata, si osserva un’incapacità a iniziare correttamente la marcia per disturbi sensitivo-motori, comportando una rigidità posturale e una tendenza alla retro-pulsione con aumentata instabilità e maggiore rischio di cadute. 

 

Un programma di marcia regolare (30 minuti al giorno) è la prevenzione più efficace per mantenere la corretta mobilità.

Inoltre, un programma di allenamento completo deve comprendere anche esercizi di stretching muscolare e di equilibrio, per incrementare la mobilità articolare e di conseguenza il controllo motorio.