Il recupero post allenamento: di cosa si tratta e perché è importante

Il recupero è un concetto fondamentale per capire come ottimizzare il carico di lavoro e rispettare il proprio corpo. Oggi esiste anche una nuova applicazione per valutarlo.

 

Il recupero è la parte più importante (e necessaria) di un allenamento, ma in pochi sanno esattamente di cosa si tratta. Per tutte le tipologie di sportivi, amatoriali e professionisti, è uno step indispensabile per l’ottimizzazione del carico di lavoro. A spiegare cosa significa “recuperare” da un esercizio fisico è Marco De Angelis, docente di Metodologia dell’Allenamento del Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologie dell’Aquila, che insieme a Wellness & Wireless ha dato vita a SuperOp, il primo strumento al mondo utile agli sportivi per capire quanto hanno recuperato dai precedenti esercizi.

Cosa significa, quindi, recuperare? «Il concetto base – spiega De Angelis – è che i tessuti dell’organismo dopo un allenamento sono in una condizione di stress e devono recuperare. Nell’allenamento un soggetto dà uno stimolo al proprio corpo per migliorare una qualità (per esempio la forza o la resistenza). Durante il recupero, principalmente di notte mentre si dorme, il corpo rielabora questo stimolo. Così, al mattino, il corpo è pronto a sopportare un carico di allenamento simile (o superiore) a quello del giorno precedente con minore stress o addirittura senza stress. Il nostro fisico sposta i propri limiti e migliora».

Evitare sforzi inutili o dannosi con un corretto recupero, è fondamentale per tutti gli atleti, professionisti e non, perché è un modo per rispettare (e risparmiare) il proprio corpo e per ottenere nel tempo migliori risultati.

Il processo di adattamento migliorativo con cui il corpo risponde allo stress d’allenamento è la “supercompensazione” e l’obiettivo del sistema SuperOp è proprio quello di anticipare allo sportivo il carico di allenamento ideale per ottimizzare i cicli di supercompensazione e massimizzare la performance. «Il concetto di supercompensazione è un concetto basilare e conosciuto da tempo nella metodologia dell’allenamento, ma non è mai esistito uno strumento valido per valutarlo. A un atleta, però, serve sapere ogni giorno quanto potersi allenare, anche per evitare l’overtraining».

Su cosa si basa il sistema? «Prima di tutto su un misuratore di pressione da polso – spiega De Angelis – da utilizzare al mattino appena svegli, quando ancora non si è fatto alcun movimento che potrebbe alterate la misurazione. Lo sfigmomanometro rileva i dati di pressione massima, minima e di frequenza cardiaca, i più significativi per determinare a che punto del recupero si trova l’organismo. Dopodiché, entra in gioco ilcomplesso algoritmo statistico-matematico alla base di SuperOp che analizza i dati del soggetto e lo studia per diverse settimane. Il risultato è una risposta in codice coloreche l’applicazione fornisce tutte le mattine allo sportivo: verde significa che il soggetto ha recuperato totalmente ed è in piena ricettività per un nuovo carico di lavoro (anche superiore a quello del giorno precedente); giallo indica che l’atleta è pronto, ma non è al massimo; arancione che la condizione per allenarsi non è ottimale; rosso significa che è preferibile non fare esercizio fisico».

Ma come è nata questa soluzione? Il professor Marco De Angelis ha studiato per oltre vent’anni le correlazioni tra recupero dall’allenamento e i parametri del circolo sanguigno, indagando quotidianamente le condizioni degli atleti. L’applicazione è stata anche utilizzata e perfezionata su atleti di altissimo livello, in particolare sulla squadra cinese di marcia allenata da Sandro Damilano, dando risultati determinanti.

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