Distorsione alla caviglia e riabilitazione

La distorsione alla caviglia è un infortunio che consiste nella rotazione violenta o troppo veloce dell’articolazione, è il trauma più frequente nella maggior parte degli sport, colpisce soprattutto chi pratica pallavolo, basket, calcio e calcetto.

Quasi tutti pensano che distorsione significa stiramento dei legamenti e infiammazione della caviglia.

In realtà i legamenti sono robustissimi, infatti è più probabile che una “storta” provochi la frattura del malleolo per strappamento, cioè il legamento rimane intatto, ma traziona violentemente l’osso e lo rompe.

Si tratta di una sollecitazione non controllata del piede in torsione che provoca lo stiramento o rottura di: capsula, tendini e vasi sanguigni.

Nei casi più gravi possono essere lesionati anche i muscoli e i nervi.

In caso di distorsione leggera, con un appropriato trattamento la maggior parte dei pazienti guarisce completamente, ma in alcuni casi può rimanere una condizione di instabilità, dolore o rigidità, inoltre possono verificarsi delle recidive.

Il dolore si avverte nella zona superiore esterna del piede ed eventualmente nella regione mediale (interna), in rari casi si percepisce a livello del tendine d’achille, coincide infatti con i legamenti lesionati.

Il legamento peroneo astragalico anteriore è molto resistente, è possibile che uno stiramento durante una distorsione provochi una frattura peroneale da strappamento, cioè il legamento causa un distacco parcellare di un pezzo dell’osso.

 

Quali sono i sintomi della distorsione alla caviglia?

I sintomi della distorsione di caviglia sono:

  • Dolore nella zona laterale della caviglia, tra il malleolo esterno e le ultime 3 dita che può essere lieve ma anche insopportabile
  • Instabilità nella deambulazione
  • Riduzione della funzionalità del piede
  • Zoppia
  • Piede e caviglia gonfi
  • Impossibilità a caricare il peso del corpo sul piede (nei casi gravi).

Ogni distorsione è diversa dalle altre, quindi necessita di un trattamento personalizzato:

il trattamento iniziale consiste nel protocollo “RICE”: riposo, crioterapia (ghiaccio), compressione ed elevazione dell’arto per favorire il riassorbimento del liquido dovuto all’infiammazione.

Generalmente, si applicano impacchi di argilla bagnata, che serve per sgonfiare la caviglia.

Tra gli antinfiammatori e antidolorifici naturali, la crema al’arnica, pomata con l’artiglio del diavolo e il gel di aloe vera possono essere utili.

Tra i rimedi per le caviglie gonfie, un bendaggio con l’ossido di zinco è molto utile in fase acuta per ridurre il gonfiore.

 

Il ghiaccio si applica tre volte al dì per venti minuti, ma non si può tenerlo a contatto con la pelle per evitare ustioni, si mettono 3-4 cubetti in un bicchiere d’acqua e si tengono nella borsa del ghiaccio che può essere a contatto con la pelle.

La Crioterapia ha un effetto anestetico, diminuisce il tono muscolare ed ha un azione di vasocostrizione, in tal modo riduce moltissimo le conseguenze del processo flogistico.

Questo trattamento va eseguito finché il piede è rosso e caldo, generalmente si consiglia per le prime 24/36 ore, dopo questo periodo insistere con il ghiaccio rallenterebbe il processo di guarigione dei tessuti.

 

La Rieducazione Propriocettiva

L’articolazione Tibio-Tarsica può essere considerata come un organo di senso per la presenza di tantissimi recettori tendinei, muscolari e articolari. Questi corpuscoli servono per inviare al sistema nervoso centrale le informazioni captate da quest’articolazione riguardanti la postura e assicurano un adattamento posturale adeguato alle situazioni della vita quotidiana e dello sport.

Dopo un trauma come una distorsione o una frattura non è sufficiente recuperare l’elasticità e la forza muscolare degli arti inferiori, bisogna migliorare l’equilibrio e il controllo posturale statico e dinamico per evitare una recidiva. A questo scopo è nata la rieducazione propriocettiva che si esegue mantenendo posizioni o svolgendo degli esercizi utilizzando degli attrezzi che rendono difficoltoso il mantenimento dell’equilibrio; in questo modo si prepara il corpo ad affrontare le condizioni instabili che capitano nella vita quotidiana e durante l’attività sportiva.

Appena si può appoggiare la metà del proprio peso sulla caviglia infortunata, la prima terapia da svolgere è costituita da esercizi propriocettivi a terra, sulle tavolette instabilio sui cuscini morbidi.

 

 

Il rinforzo muscolare e il recupero del movimento

L’attività propriocettiva è sicuramente la più importante, da sola quasi basterebbe, ma per il dolore residuo si consigliano terapie manuali di riposizionamento articolare; nella maggior parte dei casi il danno alla caviglia non è lo stiramento dei legamenti, bensì lo spostamento del perone rispetto alla tibia, ovvero la sublussazione del perone.

Quando si appoggia il piede con la caviglia in inversione, il legamento peroneo-astragalico anteriore traziona il perone in avanti e lateralmente rispetto alla tibia.

Per il gonfiore sono utili le terapie fisiche, in particolare la laserterapia e la magneto terapia.

 

Per quanto riguarda il rinforzo muscolare bisogna contrarre in maniera isometrica il polpaccio e i muscoli dorsali oltre ad esercizi a corpo libero.

Per evitare che i muscoli dell’arto inferiore s’indeboliscano a causa del minor utilizzo del piede, è opportuno eseguire degli esercizi per la muscolatura della coscia e dell’anca, principalmente del quadricipite che risente più degli altri muscoli a causa dell’immobilità.