Il Feldenkrais e il dolore cervicale

Mantenere il corpo in allenamento – un giusto allenamento che tenga conto di precedenti traumi o vizi posturali – significa coltivare la propria salute. Ma come sappiamo bene non si tratta solo di mantenere tonicità dei muscoli e assicurare la mineralizzazione continua delle ossa attraverso l’equilibrio ormonale governato dal cervello. Si tratta anche di avere grande cura del proprio sistema nervoso, delle cinture muscolari, delle catene miofasciali. E quel che il nostro corpo vuole dirci non dovremmo ascoltarlo solamente in una circoscritta ora di palestra ma tenere sempre attiva la propriocezione e svolgere una disciplina, un metodo che consenta di riportare la comprensione di noi stessi anche nei gesti quotidiani. Il Feldenkrais è lo strumento ideale per iniziare a farsi tutte quelle domande che portano una persona a rivedere e sovvertire anche schemi motori che sembravano totalmente sedimentati.

Il benessere arriva da dentro perché è come se si andasse a operare “dalla centralina”, dai comandi principali. Ci si inizia a chiedere davvero se tutta quella forza è necessaria per quel determinato gesto, se tutte quelle emozioni vogliono essere trattenute, se si sta in una postura che tende a proteggere qualcosa (ad esempio la memoria di una cicatrice) o che manifesta un’introversione, una forma mentale che torna come un modello di cui ci si vuole liberare senza sapere di avere la forza necessaria per farlo, per produrre un cambiamento.

 

Il Feldenkrais per il dolore cervicale

Prima di tutto c’è da comprendere l’orgine del dolore cervicale, anche per mettere in condizione l’insegnante di agire al meglio. Il più delle volte si vuole sopprimere il dolore con antidolorifici, in quanto il dolore cervicale si accompagna spesso a mal di testa, ma sarebbe molto meglio capire se si tratta di artrosi cervicale, dolori post trauma come in caso di frusta, discopatia, ernia discale, colpo di freddo, mancanza di movimento, dolore post allenamento specie in alcuni sport come il rugby, il football americano o nel caso di iperallenamento di pesistica ad esempio. Fare questa analisi permette di capire come procedere. A volte il dolore si manifesta con vertigini, sudorazione, senso di spossatezza, formicolio, problemi nella deglutizione.

Parte integrante del Feldenkrais è l’integrazione funzionale, che lavora proprio nel senso del ripristino dell’armonia globale. Questa tecnica permette di agire in profondità, lavora sulla riorganizzazione di bacino, cingolo delle scapole, della testa, lunghezza della colonna (dal bacino alla testa), alleggerimento delle tensioni addominali e lombari, rilascio degli arti inferiori e superiori e riporta tutto il sistema in allineamento funzionale. “L’integrazione funzionale non si limita a lavorare sui muscoli, ma opera delle trasformazioni sul cervello stesso” per dirla con le parole del neurofisiologo Karl H. Pribram. In sintesi attraverso alcune manipolazioni si comunicano sensazioni specifiche al sistema nervoso. I benefici sono molteplici e tutti molto positivi per la colonna, che è il nostro pilastro portante.

Attraverso questa tecnica del Feldenkrais si hanno risultati importanti circa l’ampiezza dei movimenti, il benessere del sistema nervoso, del tessuto connettivo, dell’apparato osseo e muscolare. Migliora la coordinazione, la postura e la tonicità muscolare.