Occhi e postura: quale nesso?

Tra la nostra vista e la postura del nostro corpo corre una relazione più stretta di quanto non si pensi. Potrà sembrare strano, ma occhi e postura sono tra loro correlati.

La posizione del corpo è regolata dal sistema nervoso centrale. In presenza di un problema di postura,l’organismo cercherà in tutti i modi di compensarlo,ad esempio con una spalla più alta, un torcicollo, una scoliosi o un appoggio plantare sbagliato.

Quando le possibilità di compensazione si esauriscono, compaiono problemi molto diversi che – a prima vista – è difficile ricondurre alla postura. Stanchezza oculare, astenopie, cefalee, cervicalgie, nevralgie, dolori alle spalle ed agli arti ma anche disturbi meno noti come difficoltà di concentrazione nella lettura.

Viceversa,anche una visione scarsa e/o mal corretta può generare una cattiva postura. Nello specifico, a ciascun difetto visivo corrisponde una postura sbagliata.

 

 

Ovvero:

Astigmatici: inclinanazione della testa;

Anisometropi: ruotazione della testa;

Esoforici: ruotazione delle scapole verso l’interno;

Exoforici: ruotazione delle scapole verso l’esterno.

Ipocorrezioni o ipercorrezioni delle lenti o un errore di correzione dell’asse di un astigmatismo possono essere quindi causa di un torcicollo oculare.

La riabilitazione ortottica ha così una parte importante nella riabilitazione posturale. Nei casi più evidenti,in presenza di posizioni anomale del capo,ad esempio, si ricorre all’utilizzo di appositi prismi. Ovvero di lenti che spostano la direzione visiva e la posizione relativa dell’occhio. Essi sono stati introdotti anche nella riabilitazione posturale, in virtù dell’azione che esercitano sui muscoli estrinseci oculari e di conseguenza sul sistema propriocettivo oculare per l’integrazione del sistema di equilibrio.

Si tratta, però, di soluzioni correttive complesse e di attuazione delicata. È fondamentale il corretto posizionamento delle lenti sull’occhiale e la loro esatta centratura. Infatti, questa è la condizione sia per evitare l’induzione di effetti prismatici errati che per introdurre effetti prismatici funzionalmente utili.

La prescrizione dei prismi, dovrà essere estremamente precisa e tenere conto del difetto visivo, dell’anatomia facciale del soggetto, della giusta montatura, sia per il bambino che per l’adulto.

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