
Aumentare la vascolarizzazione del tessuto adiposo è possibile con un programma di attività fisica mirato.
Uno dei meccanismi chiave che portano allo sviluppo delle complicanze dell'obesità, è la reazione infiammatoria che si instaura a livello del tessuto adiposo.
All'origine di tale flogosi vi è l'abnorme incremento di volume delle cellule adipose, che si riempiono di lipidi fin quasi scoppiare; dato che i capillari non riescono a offrire abbastanza ossigeno per sostenere quest'abnorme crescita del tessuto adiposo, gli adipociti cominciano a soffrire di ipossia e a secernere sostanze pro-infiammatorie. A loro volta, queste citochine richiamano cellule immunitarie che fagocitano gli adipociti morenti, sostenendo e amplificando l'infiammazione.
Aumentare la vascolarizzazione del tessuto adiposo rappresenterebbe quindi un fattore protettivo nei confronti delle complicanze dell'obesità. Avere più capillari e sangue a disposizione del tessuto adiposo significa infatti aumentare la quantità di ossigeno disponibile per gli adipociti, attenuando di riflesso la risposta infiammatoria sistemica.
Da tempo, è stato dimostrato come l'esercizio fisico sia in grado di indurre angiogenesi, ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni (capillari). Recentemente si è visto che questa attività di capillarizzazione esercizio-dipendente avviene anche a livello del tessuto adiposo, aumentando:
- il numero di capillari
- l'espressione genica dei fattori di crescita endoteliali e dei loro recettori;
- la quantità di sangue che effettivamente perfonde il tessuto adiposo.
L'allenamento aerobico di durata a intensità medio-basse rappresenta il maggior stimolo per la creazione di nuovi capillari; chiaramente occorre costanza, dato che questi adattamenti circolatori richiedono qualche mese per manifestarsi.
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