Riatletizzazione e rieducazione funzionale post-fisioterapia

 

 

La riatletizzazione è l'ultima parte del percorso di recupero funzionale da un infortunio. Mentre in passato si faceva coincidere il ritorno all'attività agonistica col termine della fase di riabilitazione, le moderne conoscenze hanno imposto di programmare ed attuare un periodo di riatletizzazione prima del ritorno incondizionato all'attività agonistica per lo sportivo. Questi, infatti, necessita non solo di recuperare le funzionalità lese con l'infortunio, ma anche la gestualità sport‐specifica e le capacità condizionali adeguate al livello competitivo di appartenenza.

Con l’introduzione degli esercizi propriocettivi in appoggio monopodalico sul campo, si entra nella fase di riatletizzazione vera e propria dell'atleta. I principi che devono regolare le proposte del preparatore sono legati al controllo del dolore e alla progressività dello stimolo allenante. L’atleta dovrà lavorare in totale assenza di dolore e con carichi progressivamente crescenti.

Gli obiettivi da perseguire sono:

  1. Miglioramento della propriocettività
  2. Miglioramento della mobilità articolare
  3. Recupero dei livelli di forza, potenza e potenza resistente
  4. Bilanciamento di tali livelli tra i due arti
  5. Ripresa dell’attività aerobica specifica

Il lavoro propriocettivo prosegue con l’inserimento di esercizi per il controllo del disequilibrio in situazioni di movimento.

In seguito alle manipolazioni del fisioterapista e dell’osteopata per recuperare e migliorare il livello di mobilità articolare della caviglia, il preparatore interviene sia con esercizi di stretching in varie forme (statico, PNF, AIS) a carico della muscolatura che agisce sulla caviglia, sia proponendo esercizi di mobilità articolare attiva (in piedi su airstones l’atleta effettua movimenti di inversione ed eversione del piede).

Il recupero dei livelli di forza avviene per gradi:

  1. Movimenti di flessione ed estensione, inversione ed eversione del piede con elastico a tensione progressivamente crescente;
  2. Movimenti di flessione ed estensione del piede con sovraccarico

Di estrema importanza è la verifica del livello di forza dell’arto infortunato rispetto a quello sano. Uno degli obiettivi della riatletizzazione è appunto il bilanciamento di tali livelli. Una volta bilanciato il livello di forza tra i due arti si procede con l’inserimento dei lavori di potenza e potenza resistente. Partendo dagli esercizi di box jump utilizzati per la propriocettività, si prosegue con esercizi di pliometria a basso impatto (saltelli sul posto, tra ostacoli bassi, laterali) incrementando man mano l’intensità (jump squat continuo) fino ad arrivare ad esercitazioni pliometriche ad alto impatto (drop jump). La ripresa dell’attività aerobica segue una progressione del tipo: corsa continua in linea, corsa intermittente con cambi di senso. Il passaggio successivo prevede l’inserimento di corsa con cambi di direzione, corsa all’indietro, movimenti specifici: tali elementi vengono gradualmente combinati per dar luogo a esercitazioni specifiche e speciali in forma intermittente. L’ultima parte del processo di recupero dell’atleta infortunato prevede il suo graduale inserimento in squadra. Di fondamentale importanza in questa fase è la collaborazione con l’allenatore per l’organizzazione del carico di lavoro tecnico-tattico da proporre al giocatore. I principi che regolano tale scelta sono gli stessi delle fasi precedenti: progressività e controllo del dolore. Il recupero dell’atleta infortunato è un processo che continua per mesi anche dopo il suo inserimento in squadra. Un’articolazione che ha subito un trauma va sempre tenuta sotto controllo dal preparatore e da tutto lo staff medico per evitare ricadute.

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