Sole? Amico della salute dell'uomo ma con cautela

Così presi ad elencare i difetti del sole (dalle rughe alle macchie fino ai tumori cutanei), abbiamo perso di vista i suoi pregi. Eppure i caldi raggi solari, presi con buon senso, hanno degli effetti positivi sulla salute, rimossi dalla maggior parte della gente. È quanto emerge dall’indagine Ipsos promossa dall’Aideco (Associazione italiana dermatologia e cosmetologia): 9 italiani su 10 dichiarano uno o più effetti negativi dell’esposizione solare, ma meno della metà è in grado di elencare un solo effetto positivo.

A poche settimane dalle vacanze, è giunto quindi il momento di rispolverare i punti di forza di un’esposizione solare controllata, con un occhio alla pelle e uno alla salute in genere, in modo da far quadrare il rapporto rischi-benefici e di prendere il meglio del sole senza rischiarescottature. Ecco allora perché stendersi sul lettino, con un’adeguata fotoprotezione, fa bene al corpo e alla mente.

Tutti conoscono l’importanza della vitamina D, che viene sintetizzata per l’80% dalla nostra pelle sotto l’azione dei raggi ultravioletti e per il 20% assorbita dal latte e derivati, per prevenire le malattie dell’apparato scheletrico come il rachitismo e l’osteoporosi. 

Favorisce, infatti, la fissazione del calcio, il minerale costituente il tessuto osseo. Pochi, però, conoscono le azioni “extrascheletriche” di questa preziosa vitamina, utile per prevenire un’infinità di malattie. Nuove evidenze scientifiche suggeriscono che ha un ruolo positivo nell’evitare patologie autoimmuni come il diabete e l’artrite reumatoide, l’asma e le infezioni respiratorie, l’obesità e la sindrome metabolica, le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e persino diversi tipi di tumori, dal momento che svolge un ruolo importante nella regolazione della risposta immunitaria.

In Italia si contano 11.000 casi di melanoma all’anno, il tumore cutaneo tipico dei “colletti bianchi” che concentrano l’overdose di sole in una settimana o in un week-end. Invece no, la tintarella va presa gradualmente e sempre con la fotoprotezione. «Per la prima settimana, crema solare con Spf 50+ per i fototipi più chiari e 30 per quelli più scuri», dice Magda Belmontesi, dermatologa a Milano e Vigevano.

«Dalla seconda settimana si può passare a una protezione inferiore e dalla terza scendere a un Spf 15: mai di meno perché, anche se abbronzata, la pelle va difesa dai danni da accumulo causati dai penetranti Uva,responsabili delle lesione precancerose».

Per creare uno scudo protettivo interno, 3 settimane prima di partire per il mare assumi integratori solari, proseguendoli per tutta la durata dell’esposizione.

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