Ginnastica e Alzheimer: quale nesso

Uno studio americano conferma che un corretto stile di vita è fondamentale per la prevenzione di malattie degenerative del cervello come l'Alzheimer.

Già greci e romani conoscevano l’effetto largamente positivo dell’attività fisica, ma ora c’è un motivo in più per vincere la pigrizia e fare ginnastica.

Uno studio di due prestigiose università americane, quella della California e quella di Pittsburg, ha evidenziato come muoversi rallenti il declino cognitivo del nostro cervello, riuscendo addirittura a dimezzare il rischio di ammalarsi del morbo di Alzheimer.

La ricerca, pubblicata sul Journal of Alzheimer’s Disease, ha messo sotto osservazione quasi900 persone con un’età media che sfiorava gli 80 anni. I volontari erano già stati analizzati per trent’anni nell’ambito del Cardiovascular Health Study, uno studio che evidenziava la salute del sistema cardiovascolare.

Gli anziani sono stati sottoposti a test fisici e questionari, oltre che a risonanza magnetica. I risultati sono stati sbalorditivi: l’attività fisica è collegata al volume cerebrale delle aree dei lobi frontale, parietale e temporale, tutte aree associate alla memoria, all’apprendimento e all’esecuzione di compiti cognitivamente complessi.

Chi aveva fatto più attività fisica e aveva di conseguenza sperimentato un aumento del volume del proprio cervello, ha manifestato anche una riduzione del 50% del rischio di sviluppare Alzheimer nei cinque anni successivi.

«A differenza della maggior parte degli studi che si limitano ad indagare l’influenza sul cervello di un certo tipo di attività fisica, noi abbiamo considerato un’ampia e completa gamma di attività dal giardinaggio al nuoto, dal tennis al golf alla danza» ci ha spiegato il responsabile della ricerca Cyrus Raji, neuroradiologo alla UCLA. «Questo è il primo studio in grado di correlare il vantaggio dei diversi tipi di attività fisica con la riduzione del rischio di Alzheimer e in un campione così ampio di persone».

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