Il potere della musica che cura il cervello

Dalla dislessia all'Alzheimer, la musicoterapia aiuta ad affrontare molti disturbi neurologici ad ogni età.

Un’opera di Rossini al mattino a digiuno e una sinfonia di Mozart ogni 8 ore. A quanti piacerebbe ricevere questo genere di prescrizione dal proprio medico al posto delle solite pillole? In effetti la musica è una potente medicina: da secoli è nota la sua capacità di toccare le corde più profonde dell’anima per combattere ansia e depressione. Le più recenti ricerche scientifiche dimostrano poi che la musica può aiutare a dormire meglio e a concentrarsi di più, a rilassarsi e abbassare la pressione del sangue.

I suoi poteri, però, non finiscono qui: anche i disturbi neurologici che nascono nel cervello possono essere affrontati con l’aiuto del ritmo e delle note musicali. Dall’epilessiaall’Alzheimer, gli effetti benefici si osservano ad ogni età.

Ascoltiamo musica sin dalla tenera età, perfino quando siamo solo dei bebè. È un dato di fatto che i lattanti rispondano meglio alle melodie piuttosto che al linguaggio verbale e che si rilassino ascoltando i suoni dolci. In particolar, i bimbi nati prematuri che soffrono di insonnia traggono benefici dal rumore del battito del cuore materno o dai suoni che lo imitano.

Quando si fa o si ascolta musica si mettono in azione regioni del cervello coinvolte nelle emozioni, nella conoscenza e nel movimento. La musicoterapia favorisce la neuro-plasticità, compensando così i deficit delle regioni cerebrali danneggiate. In generale, la cosiddetta arte delle Muse incoraggia le persone a muoversi, induce stati d'animo positivi e aumenta l'eccitazione, tutte cose che possono condurre il paziente alla riabilitazione.

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