Dolore al piede: cause e sintomi

l dolore al piede è un disturbo molto diffuso che può colpire con diversa intensità e può dipendere da numerose cause scatenanti. In base aisintomi è possibile definire una strategia d’azione per individuare le curee i rimedi più adatti. Ma è importante innanzitutto rivolgersi a un esperto per ottenere una diagnosi corretta. A questo proposito, abbiamo intervistato il Prof. Paolo Maraton Mossa, Specialista in Chirurgia del Piede, per avere preziosi consigli su come procedere quando si manifesta il dolore. Scopriamo cosa ci ha svelato.

Quali sono le cause più comuni che provocano dolore al piede?

“Il piede è un apparato riccamente vascolarizzato e riccamente innervato, pertanto molto più esposto al dolore rispetto ad altre formazioni scheletriche. Inoltre la sua complessa struttura di 26 ossa crea un sistema mobile di numerosissime articolazioni che possono andare in crisi sia per malattia che per usura, così come i molteplici legamenti che tengono salda la struttura ed i tendini che si inseriscono per conferire il movimento. A tutto ciò si aggiunge il carico meccanico del nostro peso e l’inevitabile movimento durante la marcia. Aggiungiamo poi che il piede nato per essere utilizzato scalzo viene poi rinchiuso in calzature più o meno razionali che ne alterano in parte i movimenti naturali rendendolo più esposto alle sindromi dolorose. Quindi il dolore al piede può dipendere da: malformazione in stato evolutivo; stato infiammatorio degenerativo dei suoi componenti sia scheletrici che delle parti molli; usura delle formazioni articolari; difetti di postura; utilizzo di calzature incongrue nel ruolo sbagliato.”

Quali sono i rimedi per i principali disturbi del piede?

“Domanda molto difficile in quanto la risposta implica la “diagnosi certa”. In assenza di diagnosi possiamo parlare solo di tentativi sintomatici banali che spaziano dall’assunzione di farmaci all’utilizzo di plantari, alla terapia fisica, alla fisioterapia. Non mi è mai piaciuto affrontare il problema in questo modo. Lo sforzo e le capacità professionali devono essere mirate a comprendere la causa precisa del dolore.

Il che cosa fare ne sarà poi la logica conseguenza. Generalizzando possiamo dire che la chirurgia è al primo posto nella risoluzione delle malformazioni dolorose, nelle anomalie post-traumatiche ed in molte degenerazioni irreversibili legate all’invecchiamento, all’usura o a mumerose malattie sistemiche. Chiaramente l’atto chirurgico deve essere mirato, preciso e suffragato da ampia ed approfondita diagnosi.”

In quali casi si consiglia l’intervento chirurgico?

“Nel momento in cui accertiamo un errato funzionamento del complesso apparato del piede e comprendiamo che il danno è irreversibile, o perché legato a malformazione congenita o a lesione sia traumatica, sia neurologica sia metabolica od altro, possiamo accettare lo stato di fatto e prendere dei provvedimenti dall’esterno, quando possibile, cercando di utilizzare calzature, plantari, protesi ortopediche per tentare di contrastare il danno. Questo avviene in quei casi nei quali il paziente rifiuti l’atto chirurgico o l’ortopedico non se la senta di affrontare chirurgicamente la problematica. L’altra alternativa è sempre chirurgica, chiaramente dopo avere compreso esattamente i meccanismi biomeccanici che inducono l’instabilità o il dolore irreversibile. All’errore di comprensione segue sempre un errore chirurgico che nel piede può essere catastrofico tenendo presente che il piede dovrà accompagnarci in modo stabile ed indolore per tutta la vita ad ogni passo.”

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